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Vi presentiamo i vincitori della 13° Edizione dello Spiraglio Film Festival.

PESO MORTO

Premio del Pubblico al lungometraggio "PESO MORTO"
di Francesco del Grosso.

Ventuno lunghissimi anni in carcere. Tanti ne sono trascorsi prima che Angelo Massaro venisse rico- nosciuto innocente per un delitto mai commesso. Quello che lo ha visto protagonista è uno degli errori giudiziari più clamorosi nella storia dell’Italia repub- blicana. Un’odissea umana che rivive attraverso un viaggio fisico ed emozionale nei luoghi che hanno fatto da cornice alla sua ingiusta detenzione, al fianco di figure chiave della sua vicenda. Solo un processo di revisione riuscirà a mettere fine a una clamorosa ingiustizia che ha lasciato cicatrici indelebili nella mente e nel cuore del protagonista.

TRE VITE

Premio Premio Fausto Antonucci al miglior cortometraggio "TRE VITE"
di Fabio Bobbio, Cristina Trio
La giuria ha attribuito il premio di miglior cortometraggio a Tre Vite per il racconto che Elena, Renzo e Angelo hanno donato al
pubblico con grande generosità, autenticità e profondità. Cercare
appigli per salvarsi dal giudizio di studente non dotato, sentirsi
spostato come un sacco di patate, essere in balia di voci assordanti sono alcuni frammenti dei loro racconti che fotografano la dimensione di disperazione in cui i tre protagonisti si sono ritrovati imbrigliati. Ma la salvezza può arrivare anche in contesti che non hanno accreditamenti istituzionali,
in quei luoghi in cui la comunità reale diventa comunità di cura; in quei luoghi in cui si è i benvenuti e in cui si viene guardati negli occhi.

I SOGNI ABITANO GLI ALBERI

Premio J. García Badaracco - Fondazione Maria Elisa Mitre al miglior lungometraggio "I SOGNI ABITANO GLI ALBERI"
di Marco Della Fonte.
È un film sulla libertà di sentirsi se stessi nonostante il mondo esterno, sull’amore come motore di emancipazione, sul valore simbolico della natura e sul bisogno di immergersi in essa per trovare salvezza.
L’uso dei primi piani apre una breccia nel cuore dello spettatore che viene catturato emotivamente dal bisogno estremo di libertà che i personaggi di Libero, mai un nome è stato più calzante, e di Anja esprimono con occhi fragili e commoventi e con la paura di conquistare la felicità. Colpisce il contrasto fra una speranza di redenzione, legata alla nascita di una nuova vita, e il fardello di un passato, segnato dall’orrore del manicomio, che continua ad incombere.

TRIESTE E' BELLA DI NOTTE

premio SAMIFO al lungometraggio "Trieste è bella di notte"
di Matteo Calore, Stefano Collizzolli, Andrea Segre

Un documentario audace che denuncia una violazione dei diritti umani trascurata dai media e poco nota al pubblico: quella del respingimento dei migranti al confine tra Italia e Slovenia. Una regia misurata che non cade mai nella retorica e alterna riprese differenti in modo intelligente, facendo diventare anche un semplice cellulare testimone stesso della sofferenza umana. Esaminando con occhio clinico il calvario di coloro che impiegano mesi, anni, a percorrere l'inferno della Rotta balcanica, ma anche le atrocità delle guardie di frontiera che li respingono prima ancora di valutare se hanno diritto alla protezione internazionale, "Trieste è bella di notte" è un film che va visto.